lunedì 29 novembre 1999

Questione di chiavi...

macchina da scrivere
 Macchina da scrivere: fonte google

Nel mio lavoro le keword, ovvero le parole chiave, sono "oggetti" da lavorare, le montiamo, smontiamo, lucidiamo e sagomiamo,  nel vero senso della parola le forgiamo.

La parola prima di ogni altra cosa deve essere ricercabile, significante, esauriente e appropriata, deve rispettare un codice molto preciso, ma variabile: vale la regola del sinonimo, si può coniugare nelle sue varianti, puoi accoppiarla con congiunzioni e cotillon.

Vince chi azzecca il giusto mix, la combinazione perfetta.
La parola è al centro di tutto, attorno alla keword ruotano tante altre parole gemelle, sosia o insignificanti comparse. Dato che amo gli esempi...eccone uno:

Immaginate che la  Key frase sia “abito da sposa” , è l’abito il principe, le calzature da cerimonia i paggetti, strascico e guanti i comprimari; tutti sono invitati alla grande festa: gli sposi ovviamente, i confetti, le bomboniere e ogni accessorio che si rispetti è ben accetto, quelli che “trasformeranno il giorno più bello della vostra vita in un ricordo indimenticabile”, tutto per promuovere il prodotto legato all’azienda, il negozio, lo showroom.

Ogni cosa sembra al suo posto, tutto armonicamente perfetto, salvo scoprire che il matrimonio è un farsa, gli sposi non si amano davvero,  l’orlo del vestito si scuce ad ogni respiro, e il sarto in realtà è un impiegato di fabbrica scontento che fa merletti in serie, e abita in un paesino cinese,  il made in italy che hai appena citato è stato aggiunto solo dopo, sul bordo della zip, in uno scantinato umido di periferia.

Le parole molte volte mentono, fingono, si travestano, si fanno belle e cerimoniose solo per attirare il tuo sguardo, si alleano per portarti in fondo alla riga e mai si pentono del loro inganno. Le parole fanno solo il loro sporco lavoro. Sono le chiavi che aprono una stanza con dentro un'altra porta, un'altra serratura d’aprire…e così via.
Quanto sei disposto a spendere per arrivare fino alla fine? Se c’è una fine?

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