Claudia Cardinale, La ragazza con la valigia. Valerio Zurlini, 1961.
Cos’è che ci spinge al viaggio, cosa ci porta lontane dalle nostre case, affetti e città? La routine? O la voglia di arricchirci? Valore archetipo per eccellenza ricorda il percorso dell’eroe da fanciullo ad adulto.
Il desiderio di provare a noi stesse che anche da sole siano autonome, smettendo di pensarci come la metà o un pezzetto di qualcosa, ma solo noi nella nostra individuale completezza.
E’ lontano il tempo in cui, il “sesso debole” desisteva da allestire bauli e pacchetti perché la famiglia non lo permetteva, perché era troppo pericoloso, quasi scandaloso che si allontanasse dall’autorità paterna, dal suo amorevole controllo.
Abbiamo superato la paura di girare e uscire da sole, quella di prendere un aereo, quella di dire: “ Ho bisogno di prendermi un po’ di tempo solo per me!”
Vado via ora per tornare non diversa ma migliore, ancora di più … più di ora.
Sia chiaro, partire non vuol dire scappare, ma prendere posizione su se stessi e il proprio sviluppo personale. La fuga prevede la pavidità, va a braccetto quasi sempre con la vergogna, e con la mancanza di responsabilità. La fuga è un misto di paura e immaturità. Il viaggio è tutt’altro. L’esatto contrario, anzi. Che sia una donna a farlo, chissà perché, amplifica il tutto.
Chi non l’ha già fatto forse dovrebbe considerarlo, chi ha ancora un blocco (io ad esempio) dovrebbe superaro. Per partire ci vuole determinazione e coraggio, ma anche un pizzico di egoismo e il brivido dell’azzardo. Quel mix d’ingredienti che al momento mi manca.
Liberarsi dal timore di lasciare temporaneamente i nostri genitori; sono adulti e riescono a cavarsela da soli.
Fidarsi del proprio partner, e soprattutto credere nella forza del reciproco sentimento, testando noi stessi nella lontananza.
Corazzarsi, armandosi di tutto il nostro valore e la nostra stima, racchiudendo tutto in pochi centimetri su rotelle.
Le ragazze con la valigia sono queste.
Lasciano il loro posto fisso per avere l’ardore di sognare ancora, salutano tutti e partono, lasciando in tasca le lacrime e alzando la testa verso il futuro.
Nessun commento:
Posta un commento