lunedì 29 novembre 1999

Donne con la valigia.

Donne con la valigia.


Claudia Cardinale, La ragazza con la valigia. Valerio Zurlini, 1961.



Cos’è che ci spinge al viaggio, cosa ci porta lontane dalle nostre case, affetti e città? La routine? O la voglia di arricchirci?  Valore archetipo per eccellenza ricorda il percorso dell’eroe da fanciullo ad adulto.
Il desiderio di provare a noi stesse che anche da sole siano autonome, smettendo di pensarci come la metà o un pezzetto di qualcosa, ma solo noi nella nostra individuale completezza.

E’ lontano il tempo in cui, il “sesso debole” desisteva da allestire bauli e pacchetti perché la famiglia non lo permetteva, perché era troppo pericoloso, quasi scandaloso che si allontanasse dall’autorità paterna, dal suo amorevole controllo.

Abbiamo superato la paura di girare e uscire da sole, quella di prendere un aereo, quella di dire: “ Ho bisogno di prendermi un po’ di tempo solo per me!”
Vado via ora per tornare non diversa ma migliore, ancora di più … più di ora.
Sia chiaro, partire non vuol dire scappare, ma prendere posizione su se stessi e il proprio sviluppo personale.  La fuga prevede la pavidità, va a braccetto quasi sempre con la vergogna, e con la mancanza di responsabilità. La fuga è un misto di paura e immaturità.  Il viaggio è tutt’altro. L’esatto contrario, anzi. Che sia una donna a farlo, chissà perché, amplifica il tutto.

Chi non l’ha già fatto forse dovrebbe considerarlo, chi ha ancora un blocco (io ad esempio) dovrebbe superaro.  Per partire ci vuole determinazione e coraggio, ma anche un pizzico di egoismo e il brivido dell’azzardo. Quel mix d’ingredienti che al momento mi manca.
Liberarsi dal timore di lasciare temporaneamente i nostri genitori; sono adulti e riescono a cavarsela da soli.
Fidarsi del proprio partner, e soprattutto credere nella forza del reciproco sentimento, testando noi stessi nella lontananza.

Corazzarsi, armandosi di tutto il nostro valore e la nostra stima, racchiudendo tutto in pochi centimetri su rotelle.
Le ragazze con la valigia sono queste.
Lasciano il loro posto fisso per avere l’ardore di sognare ancora, salutano tutti e partono, lasciando in tasca le lacrime e alzando la testa verso il futuro.

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