Con un certo pudore ci si accosta alla tela, l’imbarazzo è tale da rimanere un po’ increduli, turbati per aver intravisto qualcosa di privato, sfacciatamente esposto, incautamente svelato. Eccolo lì, nella sua carnalità vivida, nei tratti veritieri. Perché verità, infatti, sembra urlare. Eppure la paura si trasforma in sdegno, il pudore educato in insulto. Corpo di donna viva, l’origine del mondo e della vita. Il quadro di Courbet recentemente esposto al Mart di Rovereto scandalizza a un secolo e mezzo di distanza. Intimorisce o sconvolge? In un mondo popolato da cartelloni ammiccanti, pubblicità estreme, bombardamenti televisivi strabordanti di cosce, seni, sederi, può un quadro, racchiuso per altro in un museo far così scalpore? Che fosse realmente il fine di quest’opera lo sconvolgimento o meglio il tripudio di verità, la sincerità serena di chi in pace con se stesso, non ha nulla da nascondere, anzi si mostra spavaldo celebrando la sua importanza.
Sarà perché ora il tema femminista torna di cronaca molto più spesso, sarà perché rincominciamo a rivendicare i nostri diritti e la dignità del corpo, ma da donna non mi sento sconvolta per il soggetto, un po’ imbarazzata nello sguardo forse, ma sicura del suo significato, di quello che può realmente significare un’immagine forte come questa.
Da un lato ci indigniamo per l’astuto trucco esercitato da alcune donne per conquistare carriera e denaro, quel mezzuccio frequentemente sfoderato, a cui i maschiuncoli di potere (e non) abboccano, d’altro gridiamo l’importanza, la consapevolezza e perché no sacralità di questo corpo.
Il corpo quindi o quel che c’è oltre ad esso? Il vero concetto su cui fissarci sta nel titolo dell’opera. La dichiarazione proclamata che va oltre la fisicità. Quella rappresentata non è meramente una vulva di chissà quale burrosa modella sconosciuta, ma è l’origine di tutto, è la porta della vita. Forse è questo che spaventa, il potere disarmante che racchiude è lo stesso che suscita quell’invidia tragica, che si nasconde subdola sotto il moralismo più scontato.
Per apprezzare questa e altre opere: Mart, La rivoluzione dello sguardo. Capolavori impressionisti e post-impressionisti dal Musée d’Orsa.
Donne fuori e dentro la rete, intrappolate in un url tra vita virtuale e reale in continua convergenza.
lunedì 29 novembre 1999
L’origine del mondo ovvero l’imbarazzo del tuo sguardo.
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Bell'articolo : ) Sono d'accordo con te, la chiave di tutto (come in altre opere dello stesso Courbet, basti solo pensare a Un enterrement à Ornans o a La bottega del pittore, sempre all'Orsay) è il titolo. E per me è uno dei titoli più poetici della storia dell'arte. Sinceramente non ho mai trovato eccessiva malizia in questo quadro, e sostenere che possa turbare dei bambini mi sembra ridicolo (a parte che io sarei per spiegare prestopresto ai bambini come funziona il mondo, per cui non faccio testo). Esistono artisti e correnti artistiche in cui temi sessuali vengono trattati in modo molto più languido, ma anche più impattante per lo spettatore "che sa vedere". Al massimo posso ammettere che dei bambini non coglieranno la bellezza di questo quadro. Tuttavia educare alla visione di opere d'arte fin dalla tenera età è importante, anche per evitare di considerare "specchietti per le allodole" una delle opere più note dell'800 francese...
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