lunedì 29 novembre 1999

imbastisco un discorso...


La parola di oggi è taglia e cuci..bè non è proprio una parola, ma spero me lo concediate.
Al lavoro abbiamo tutti un nuovo obiettivo in queste ultime settimane:  lavorare a capo chino per arrivare alle 500 pubblicazioni a fine mese; non importa che siano di pugno nuovo alla gara concorrono anche i testi rimaneggiati, ricuciti, saldati ed imbastiti, la cosa fondamentale è che siano tanti e siano infarciti di link funzionanti e keyword significative, il resto è un opzional o quasi. Ed eccoci qui dalla mattina a pomeriggio inoltrato, come dei sarti semi esperti a tagliare frasi di là, ricucirli di qui, sferruzzare titoletti e didascalie, insomma delle vere opere d’arte sartoriali che quasi sicuramente non leggerà mai nessuno…sob!
Certo c’è sempre da imparare,  si entra in contatto con mondi nuovi, merci strane e servizi a dir poco esotici, affrontando persino le tematiche esistenziali più estreme, così in un sol giorno affronti la vita e la mote e  ti ritrovi a scrivere di sessuologia e disfunzioni erettili ( ovviamente curabili in 2 o 3 mila sedute di ipnosi medica) e di cofani full optional,  a doppia mandata con inserti in legno massello per un trapasso di classe, e poi di scaffalature per tutti gli usi, di tutti i materiali mai fabbricati e dalle fogge più versatili e funzionali.
 Le ditte ovviamente sono sempre di grande esperienza, il personale e altamente qualificato e il servizio puntuale e professionale “ Siamo a vostra completa disposizione per preventivi gratuiti e per venire incontro a tutte le vostre esigenze … proprio tutte?”.  Il mio collega A. ieri ha detto con aria sconsolata e mesta che siamo gli operai della parola, ed è proprio questo che intendevo con “parola in vendita”. 
Siamo in tanti qui in ufficio, siamo giovani, simpatici e molto bravi. Abbiamo una laurea specialistica, quasi tutti esperienze pregresse in redazioni giornalistiche o televisive, abbiano tutti un blog, abbiamo gusti culturali quasi radical chic, collaboriamo con siti per cui scriviamo post a cottimo e molto spesso anche a gratis, e tutte le nostre parole, quelle migliori, le fantasiose, i nostri pensieri edificanti, quelli che animano  storie e paragrafi ben scritti li riversiamo lì, in quell’angolino di sogno che ci è rimasto, tra un caricamento e l’altro,  una commissione assurda che sicuramente anche domani ci capiterà  e che noi confezioniamo intrufolando qua e là qualche perla letteraria, un pizzico di poesia, e un tocco di creatività furtiva e malandrina.  Perché la parola è soggetta ad una tariffazione oraria, ma i nostri pensieri …quelli “belli” li regaliamo abbandonandoli in giro…

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