lunedì 29 novembre 1999

Il valore di un no.

Il valore di un no.Amo  le persone che mostrano entusiasmo in quello che fanno, io penso di esser una di quelle. L’approccio alla vita è completamente diverso; l’eccitazione provocata dalle piccole cose, quei brevi  passaggi e i  frammenti che danno lo stimolo al fare.
La passione a me per esempio mette un pizzico di ansia, all’inizio è quasi paura, ma poi una volta arresasi ad essa, si ci accorge di come metta in moto tante cose, tanti mondi che si aprono, slanci che magari si trasformano in altro dal progetto iniziale. Una nuova sfida, che ti fa intravvedere il barlume dell’inatteso, un flash, un parola. L’entusiasmo del fare, sia sul lavoro sia negli affetti, il non lesinare nulla, darsi anche se la maggior parte delle volte si rimane bruciati.
E l’entusiasmo nel NON fare una cosa? Ribaltando la prospettiva il senso può cambiare?
Io sono entusiasta di non acquistare più prodotti lesivi per la mia persona o per l’ambiente, leggo le etichette e non compro più d’impulso, è una battaglia ancora aperta, ma si va verso la via della saggezza. Sono entusiasticamente soddisfatta di non essere troppo condizionata dalle marche, sia nel cibo sia nel vestire, se reputo che una cosa è di valore, piccolo o grande che sia, la acquisto perché non sempre vale la regola del caro=migliore.
 Il valore di un no è davvero potente. Appartengo alla categoria di chi afferma il suo no davanti ai compromessi, ai favoritismi , alle spintarelle, perché se è vero che lo fanno tutti allora dovremo essere tutti sistemati, ma non sempre la raccomandazione sprovveduta paga.
Provo un grande entusiasmo nel non fumare, viziaccio stupido, che se compreso è solo una menzogna che ti rapina della salute e del tuo denaro. Io sono entusiasta di non appartenere a fascio di bellone che vanno avanti perché sono solo quello o perché gli uomini affamati si accontentano solo di quello. È triste e svilente,  non è un comportamento corretto non nei confronti dell’universo femminile, ma in senso meramente umano.
C’è chi si appassiona a cose che non condivido, il non pensare mai al domani, vivendo alla giornata, sarà più facile e bohemien, ma è da irresponsabili egoisti.  Non comprendo fino in fondo chi si  proclama festosamente entusiasta di non festeggiare San Valentino e i compleanni, tutta questa superiorità e austerity mi puzza di carenza affettiva e cocente delusione. Molti si appassionano ad uno stile di vita alternativo, dicendo no alla carne, e si proclamano bio, anche se poi una buona parte di essi si abbandona alle multinazionali assassine.

Il no è senza dubbio più convincente del sì nell’affermare se stessi e le  proprie convinzioni. Per dire di no, infatti ci vuole coraggio e animo forte. Ammiro chi ad esempio non utilizza i social network escludendosi  con orgoglio da post, tweet e tag, davvero una scelta coraggiosa ed encomiabile, quasi monacale. Ma sono convinta che a breve molti cadranno preda della rete e si tramuteranno in  facebookiani spammatori di cuoricini e frasi di Fabio Volo, il biscotto della fortuna diventerà il loro faro.

Altri affermano la loro negazione partecipativa scagliandosi contro l’e-book e il sapere digitale,  il piacere della carta, il suo odore, il legame tattile e materiale con l’universo  intellettuale è per loro imprescindibile, in parte anch’io mi riconosco in questa categoria, ma farei volentieri eccezione per i quotidiani e le riviste, un tablet sarebbe proprio l’ideale. Mio padre apparteneva alla categoria degli entusiasti non utilizzatori del bancomat, ma l’assegno è obsoleto e ha dovuto ricredersi.

Il No che risuona forte in questi giorni è quello che sa di libertà, e viene dalla Tunisia, Cairo, Libia, Bahrain, il “no io non voglio vivere così “, è forte più di tutti i sì detti affamando un popolo.

La passione, l’emozione è ciò che muove le nostre vite, l’apatia , il non schierarsi ci esclude dal gioco. Anche affermando la nostra non appartenenza a certi contesti o comportamenti possiamo imprimere e lasciare una traccia. Rivalutiamo il valore del no, ma con coerenza e determinazione. È una missione difficile, ma sono sicura che una buona percentuale trionferà!

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