lunedì 29 novembre 1999

La vita vista da un altro angolo.

La vita vista da un altro angolo.Siamo appena tornati da un viaggio, breve ma intenso. Iperconcentrato e concitato direi. Per la prima volta ho compiuto gli anni in un altro paese, non il mio. Lontano dalla mia città natale Milano. L’ho tradita per un’altra Miss sempre con la M come iniziale: Madrid.
Quando si torna da un viaggio si è sempre un po’ scombussolati, non parlo di jet leg o cose simili, parlo delle percezioni che si hanno al rientro, di tutto quello che ci circonda, di noi stessi. Io vedo Milano più bassa. I palazzi a Madrid sono molto più alti, maestosi, le vie strette si alternano a viali ampi. Il deserto della mattina, si trasforma in fiumana la sera. Qui sono due passanti e una manciata di auto ad accogliermi il lunedì sera. Anche io sembro un po’ cambiata, mi sento un po’ più matura, o consapevole. Non proprio più vecchia, ma meno disincantata? Boh, forse è un pensiero passeggero.  È normale meditare sulle differenze al ritorno di un viaggio, lungo o breve che sia.  I milanesi sempre di fretta, i madrileni placidi e lenti. Saremo anche perennemente ossessionati dal lavoro, ma a differenza degli spagnoli se un turista si perde noi cerchiamo di indicargli la via, ho detto cerchiamo perché spesso non conosciamo nemmeno l’isolato dove lavoriamo da ormai un anno. La vita, vista a chilometri di distanza da qui è un'altra, ma non proprio diversa. I ritmi tutti sfasati, le abitudini, la lingua. In altri posti che ho vistato non ci avevo mai fatto caso. Forse perché praticamente ci siamo addormentati a Milano e svegliati lì, sembrava un po’ diverso come nei sogni dove sai che non è totalmente vero, ma rimani perplesso su ciò che stai vivendo. La vita vista da un altro angolo è saporita ma ha un gusto che non è proprio quello che preferisci ma è apprezzabile (come la frittata madrilena). Ha un profumo che ti stordisce e confonde, come quello fiorito e fresco indossato delle spagnole. Ha i suoni trascinanti a cui però non ti abbandoni totalmente. Ha un linguaggio simile al tuo, ma ambiguo e traditore per alcuni versi.
Questo viaggio mi ha lasciato la sensazione disorientante di non sapere se ripartire o restare. Forse meglio stare ancora un po’ qui a contemplarsi e a contemplare gli altri, ma con gli occhi ancora affascinati dall’arte di un altro Paese. Sarà quello a spingerci a partire di nuovo?

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