Milano è la capitale della moda, Milano è la capitale di molte cose, all’occorrenza, ormai venduta al miglior offerente è riuscita ad essere quasi nella stessa giornata un esempio di efficienza davanti all’emergenza (riapre a tempi record la linea 3 della metro allagata per qualche litro di pioggia) e città modello nella costruzione di campi nomadi per rom sfrattati, solidarietà ma con rigore.
Milano è la capitale del lusso e della povertà estrema, a pochi passi dalle vetrine agghindate e sciantose hanno messo le tende due barboni, li chiamo così perché qui …si chiamano così, senza nessuno scandalo, coperte alla mano e sacchetti gialli della spesa stracolmi di quel tutto che per noi è solo robaccia, fanno il riposino sotto foulard a molti zeri.
Milano ospita NaYomi gonfia e porcellanata, bambola dagli occhi di cristallo, 25 anni di carriera, tante zuffe e capricci sono valse una collezione di T shirt con lei semi nuda in ogni posa.
Milano: gente stipata carro merce su autobus debordanti come pance dopo l’abbuffata, città bucherellata, sventrata per farne parcheggi, anche se di parcheggio non se ne trova mai, con i cestini Napoli’s style, stracolmi accanto ad aiuole curate, con i fiori sempre freschi per distogliere l’attenzione dal nero dei palazzi affumicati e crepati dai martelli pneumatici vicino ai giganti nuovi della Provincia.
Povera città, le fanno recitare una parte non è la sua!? In questo sabato ..che era lo scorso ... per un attimo anche noi stentavamo a riconoscerci, presi dal dubbio se metterci in coda per vedere la mostra di Dalì a Palazzo reale o in Corso Matteotti ad accaparraci una felpa carissima dentro un negozio pieno di modelli oleati…
Oggi è di nuovo sabato, un altro sabato …in un'altra Milano. Forse.
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