lunedì 26 dicembre 2011

Dall'altra parte del mondo

Dall’altra parte del mondo.Nell’era dei tweet, dei post, e dei tag è bello poter pensare che a chilometri di distanza un'altra persona che magari ti ha visto solo in foto, stia leggendo i tuoi pensieri, conosce i tuoi interessi, partecipa nascostamene alle tue gioie, sta in pena per le tue malinconie e disinteressatamente ti segue sapendo poco più del tuo nome o nick.
Vive lontano longitudinalmente da te, ma è tanto vicina da sapere che lunedì avrai un colloquio, marte è il giorno che di solito passi al cinema, che il sabato fai shopping selvaggio e immancabilmente porti a casa più del dovuto e la domenica ti riunisci con la tua famiglia.

Amici che hai raccattato nella rete, non invasivi, che non incontrerai mai, di cui non conosci bene bene la lingua, ma impari a comprendere a colpi di piccole frasi e foto.
Mandy e la sua  famiglia numerosa a Denver è partita per l’anniversario e se la sta spassando in piscina, Angelica ha  iniziato il liceo ed è cambiata tanto da quando l’ho aggiunta per caso alla lista di amici, ora è proprio un donna e sono sicura che andrà lontano, Fra posta le foto della sua casetta, favolosa, la invidio un sacco, passeranno tanti momenti felici, lei e il suo amore, Chiara ha avuto una splendida bambina, la piccola Caterina cresce a vista d’occhio e quando posta le sue foto mi commuovo sempre un po’.
È possibile che nell’era digitale incontrollata, si provi affetto e comunanza per chi in realtà non si è mai davvero incontrato?
Donne favolose che sono mamme, fidanzate, mogli, nonne, se dovessimo incrociarci un giorno per caso, magari ci guarderemo stranite, ed esclameremo: “ma dove l’ho vista quella faccia”, e poi ridendo ripenseremo alla foto buffa appena condivisa, quella in cui fai le boccacce davanti all’obbiettivo e il nostro cuore collegherà il volto, ma non ce lo diremmo per pudore di passar per matte.

Credo dunque al valore sociologico dei social network, di questo enorme esperimento a cui ci sottoponiamo quotidianamente, a questa droga che ci spinge a seguire l’altro, più che spiandolo conoscendolo ogni giorno, magari tra molti anni riusciremo ad evolverci emotivamente, tanto da sentire lo sconosciuto più amico, recupereremo l’umana empatia per il prossimo,  se non altro per il dubbio di averlo tra la lista dei friends, o tra followers.

E voi come vivete il rapporto con questi mezzi?

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