Il sole stava già impallidendo quando riprendendo Corso Magenta abbiamo passato Palazzo delle Stelline per avvistare Santa Maria delle Grazie, bella nella sua struttura di mattoni rossi, tonda e perfetta come una madre, appunto, patrimonio dell’umanità protetta dall’Unesco. Le bellezze interne della basilica purtroppo non sono visibili, colpevoli interventi di restauro e il vespro che incombeva minacciandoci, quindi con il giusto rispetto siamo usciti per tentare un altro colpo: imbucarci all’inaccessibile Cenacolo Vinciano, visto da piccolissima per soli 5 minuti, l’accesso è programmato e si può sostare all’interno solo un numero massimo di tempo, ha lasciato in me un ricordo vago e fuggevole, forse per la mia ingenua immaturità infantile.
Il cartello sold out e la simpatica signorina che ci ammollava il bigliettino per la prenotazione ci ha fatto ricordato che siamo pur sempre a Milano e che tutto è in prevendita, prenotabile con carta di credito comodamente su un sito internet, quindi click ciao ciao Leo...o meglio a presto!!
Ormai al tramonto ci siamo tuffati per un soffio nella fantastica Sagrestia del Bramante, attigua alla chiesa, ad aspettarci i disegni originari del Codice Atlantico, e un favoloso porticato dipinto, quanto avrei dato per estorcere alla guida una descrizione accurata di quelle vedute.
Stanchi ma felici, circondati da arte e bellezza ci siamo abbandonati sotto la volta stellata della sagrestia, ornata da finissimo intreccio di nodi leonardeschi, simbolo dell’infinito assoluto; quale splendida conclusione per un pomeriggio così intenso, completamente regalato dalla nostra città, un po’ meno la solita Milano, usurata e sempre uguale, questa volta preziosa, accogliente e inattesa.
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