Donne fuori e dentro la rete, intrappolate in un url tra vita virtuale e reale in continua convergenza.
lunedì 11 settembre 2017
Quello che le mamme non ascoltano
Delia piange ininterrottamente da un tempo interminabile, non vuole sentire ragioni, non si metterà il cappello ora che soffia il vento forte, che sta per piovere. È cocciuta, nessuno le terrà testa, prego solo di arrivare a casa, dove il vento sarà solo fuori, e non potrà farle male.
Ma ora accetto, accetto che lei urli, strepiti e che non si lasci ammansire da nessuna mia mossa, nessun mio asso nella manica la farà desistere.
Sara è in mezzo alla strada, ha deciso di non fare un passo più in là, nemmeno uno per raggiungere il marciapiede, è già chinata, pronta a togliersi le scarpe, e anche se vorrei urlare, riesco solo a strattonarla e poi prenderla di peso, e portarla in salvo. Urla, la gente la guarda, la gente mi guarda ma è solo una bambina, è solo un capriccio.
Andrea fa mugugni mentre beve il suo tè, mugugna e interminabilmente, instancabile, fa quel verso, mi tocca i capelli e continua a non star fermo, si muove urtando le persone, urtando me, il piede scalcia, la suola colpisce il sedile, gli altri vicino. Bambini, mamme, urla, capricci e gli occhi della gente. Mamme che non ascoltano, apparentemente insensibili, instancabili.
Tutto urla, maleducazione, giudizi, accuse. I figli fanno capricci e loro non fanno nulla, lascian correre, una futura generazione allo sbando. Se lo avessi fatto io da piccola i miei me le avrebbero date d santa ragione, da piccolo mi bastava lo sguardo di mio padre per farmi stare ferma, immobile.
Quello che le mamme non ascoltano. Quello che le mamme scelgono di non ascoltare. Perché la tolleranza è una linea sottile verso la sopravvivenza. È se non fosse vero che i capricci nostri fossero stati tutti redarguiti? Forse quelli che ci ricordiamo sono solo una piccola percentuale, una goccia in mezzo l’infinito. E se non fosse quella debolezza, ma un livello superiore di tolleranza, il mestiere di genitore è una strada irta piena di ostacoli, mal di testa e giudizi, quelli interni, quelli esterni.
Quello che le mamme non ascoltano, è la linea dolce della coccola e della carezza, la consapevolezza che tutto passa, che la fase cambia e che il giorno dopo andrà meglio. Quello che noi stancamente tolleriamo per 2 minuti o poco più è una vita di dolce attesa, richiami, pazienza che ogni genitore regala a chi ha creato, senza chieder niente in cambio.
Perché tutto passerà. Tutto passa.
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