giovedì 6 settembre 2012

In her shoes


cadere dai tacchi
La scarpa perfetta non esiste.


È successo ancora, sono passata davanti a una vetrina di scarpe e mi sono lasciata conquistare da un paio di ballerine verdone, un po’ bon ton, con tanto di fiocco.
Erano belle, erano alla moda, erano a buon prezzo. Ora sono mie.
Le ho provate e le ho trovate subito graziose - loro- intorno al mio piedone numero 40. La commessa annuiva, il ragazzo con le fossette mi guardava ormai arreso (conosce bene le mie dipendenze), lo specchio mi restituiva un’immagine piacevole, sofisticata.

Sono bastati due passi per capire che la loro bellezza non corrispondeva alla comodità, ma complice la giornata uggiosa preautunnale e la svogliatezza di un sabato sfaticato le ho acquistate.

È successo di nuovo, l’ennesimo paio di scarpe incredibilmente scomode, sacrificio vano, tra l’altro privo di tacco, nemmeno il vantaggio estetico strutturale di uno stiletto 12 a farmi digerire il sacrificio.

Alla fine ci facciamo rapire sempre dalle cose belle, sappiamo che non saranno tutte rose e fiori ma al momento ci dimentichiamo delle pecche.
Ho talmente tante scarpe che non mi basterebbero 3 vite per consumare i tacchi.

Ora le mie ballerine sono lì, nella scatola. Annoiate ma beffarde, rimarranno nella loro custodia fino alla mia prossima voglia di patimento spirituale e commiserazione fisica, e i miei talloni mi odieranno.

Tutto questo per dire che nelle scarpe scomode siamo abituate a stare, così come affrontiamo ogni giorno quello che non va, pur mantenendo un aspetto elegante e compito. A volte fingiamo sorrisi, allontaniamo la voglia di togliercele appena svoltato l’angolo, di gettare la spugna e correre libere e scalze.

Ci sono giorni  in cui  il percorso  ci sembra incredibilmente difficile, dobbiamo stare in equilibrio sui pietroni belli del centro, saltando da un imprevisto e l’altro con la grazia di una gazzella.

Spesso stare nelle nostre scarpe è una missione coraggiosa, che solo un’altra donna può fare, ovviamente stringendo i denti e ingoiando rospi.

Ma sono certa che nel 50% dei casi (e sono stata gentile) siamo noi a costringerci in scarpe troppo piccole, troppo alte, troppo…

Amiamo il rischio, siamo vanesie e orgogliose quindi non lo ammetteremo mai.

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