lunedì 16 luglio 2012

Le streghe di Eastwick





La complicità femminile è un mito contradditorio e instabile, proprio come noi: umorali, in preda agli scompensi sentimentali, ormonali e fisici.
No, non sono esagerata è che se davvero ci unissimo (Noi), il mondo cambierebbe davvero, o forse sarebbe ancora peggio?

Boh, so solo che abbiamo super poteri che spesso non usiamo, o che sfoderiamo a sproposito, ci lasciamo tentare dall’invidia, dalla voglia di uniformarci, dall’ambizione e perdiamo.
Perdiamo una partita importante che si gioca in gruppo e non in solitario, perché l’unione a volte fa la forza, ovviamente a volte.

Siamo pronte a darci totalmente, a lanciarci in un’empatia congenita esagerata e poi un minuto dopo a giudicare aspramente, condannando, facendo carte false e spergiurando.
Sappiamo essere crudeli, infantili e ingiuste, ma anche sconfinatamente generose e accoglienti.
Insomma non abbiamo mezze misure.

Forse questo ci rende uniche, forse per questo in miglior amico di una donna non può essere una donna, se non se stessa, cercando di disciplinare doti e difetti, con maestria da equilibrista.

E proprio ora, sento quel gridolino di entusiasmo, quella vocina di felicità, falsa, falsissima ma così divertente.

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