Tutte le volte che ho perso contatto con me
stessa, quando l’immagine di me non corrispondeva a quella che volevo, l’essenza
non rispondeva alle azioni che svolgevo ogni giorno ho ritrovato il senso in un’unica
piccola grande cosa: te.
Una compagna che nonostante tutto c’è e ci
sarà sempre anche se a volte la dimentico, e lascio che tu sia solo un pensiero
dentro la mia mente.
C’è chi ha la musica, chi la pittura, il
disegno o lo sport come forma di espressione io ho te e ne sono contenta. Sei nata con me o poco dopo di me, fai parte
della mia indole, io sono te e tu sei me stessa, che tu sia un testo per
lavoro, una lettera, una poesia, un articolo o un biglietto d’auguri. Io sono
le parole che si formano sotto i tasti, la pressione delle dita, la trasmissione
del mio cervello in caratteri e penso che non sia una cosa scontata.
Non sei un dono adatto a tutti non una cosa
che si può improvvisare. A volte è estremamente semplice, altre mi costringi a
passaggi contorti, a periodi di pausa, a lavori di creazione e distruzione, lavorando
per sottrazione, per poi aggiungere a poco a poco, altre volte si un fiume che
non ha sosta, e le parole che escono sono così perfette, così ben accoppiate
che non potrebbero stare in fila meglio, mai se non in quella forma.
Ogni volta come ora che mi sento lontana, che
mi manco disperatamente, so di ritrovarmi qui, in una pagina vuota da riempire,
in uno schizzo con la calligrafia spigolosa, in un file salvato e poi
dimenticato sul computer, o dentro pochi caratteri in un tweet.
Quando mi allontano da te, mia piccola gioia,
io smetto di essere, mi annullo in qualche altra attività meccanica che non mi
appartiene. Tu sei la consapevolezza che posso sopravvivere oltre, oltre il
tempo, oltre lo spazio fisico di queste quattro mura, nonostante le
costrizioni, nonostante gli ostacoli e in nero intorno.
A volte sei dolorosa, tagliente, crudele,
altre affascinante, mielosa,consolatoria, fresca, pulita, piena di guizzi o coraggiosamente
reale ma qualsiasi forma tu assuma in me io ti accetto e la amo.
Raccontarsi, con qualsiasi forma di arte che
sia la musica, la pittura, la cucina è per l’essere umano un bisogno primario,
che ci trasforma da semplici corpi sterili in creature bellissime e piene di
sfaccettature.
Io so quello che sono, io so quello che
voglio, io so quello che vorrei in futuro. E non ci sarà mai nulla che potrà
far crollare questa consapevolezza.
Oggi ad un soffio dei miei 33 anni sono
diventata grande, ho capito e questo mi basta, per sentirmi meglio.
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