Suggestioni: Il mago di Oz.
Dorotea aveva oltrepassato lo steccato, altre volte era
uscita di casa di corsa senza soldi in tasca, e senza pensare a una meta certa.
Troppe volte era fuggita, aldilà del cancello, portando con sé
solo qualche lacrima e quella rabbia che ti fa desiderare di non tornare, ma
poi era sempre tornata. Tra quelle quattro mura che erano il nido protetto dei
ricordi e dei giorni si rifugiava sempre, stanca per quel vagare forsennato,
con la testa piena di pensieri e dubbi.
Si era legata i capelli perché il sole li faceva sembrare insopportabilmente pesanti. Quando li raccoglieva aveva sempre la
sensazione di essere diversa, più vulnerabile, più esposta e quasi dimessa
Camminava di buon passo tra le spighe alte e ingiallite dal
sole e i suoi passi si perdevano dietro di lei, lasciavano un sentiero
perfetto. Una linea indelebile tra la sua casa e quello che l’aspettava.
I piedi nudi rimanevano sospesi dal terreno poggiando sugli steli, al suo passaggio il fruscio diventava a poco a poco un frastuono di mille voci che sembravano avvertirla di non allontanarsi troppo, ma non era tempo di ascoltare nessuno, nemmeno le voci dentro di lei che per troppo aveva diligentemente assecondato.
I piedi nudi rimanevano sospesi dal terreno poggiando sugli steli, al suo passaggio il fruscio diventava a poco a poco un frastuono di mille voci che sembravano avvertirla di non allontanarsi troppo, ma non era tempo di ascoltare nessuno, nemmeno le voci dentro di lei che per troppo aveva diligentemente assecondato.
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